L’incapacità, da parte dei genitori, di essere “neutri” nel guardare il loro figlio, senza memoria delle mancanze della loro Infanzia e senza il desiderio di far accadere ai figli ciò che non è mai accaduto nella loro Infanzia/Adolescenza/Età Adulta si traduce in una completa mancanza di comprensione delle vere attitudini dei figli:
147 c.c. (Doveri verso i figli) prevede il dovere dei genitori di provvedere al mantenimento, all’istruzione e all’educazione dei figli, anche se nati al di fuori del matrimonio, assecondandone le inclinazioni, le capacità e le aspirazioni.
Sono molti i figli che per assencodare e compiacere al disegno futuro dei genitori si accasciano ai loro voleri. E’ i caso di molti Farmacisti, molti Dentisti, Medici, Avvocati e tutti i Liberi Professionisti che non avevano la passione di quel mestiere.
A parte l’Attività Lavorativa, i voleri dei genitori “che non stanno bene” sono quelli che vedono i fratelli maggiori accudire i fratelli minori, oppure fare le faccende di casa, oppure allontanarsi forzatamenti perchè il figlio minore sta male, oppure ha una malattia così complessa da accentrare le attenzioni dei genitori sul fratello malato, non sapendo che si ammalerà così anche quello sano.
Il risultato di tutto ciò è una rabbia indicibile, un senso di “fare giustizia” di farsi dire dai genitori che hanno sbagliato tutto, quando ormai anche loro sono adulti.
Non c’è mai un momento, tra Genitori e Figli di considerazione di ciò che il figlio fa, dice, o si impegna.
Spesso sono riportati i dialoghi tra genitori e figli con questo stile di attaccamento, in cui vengono riferite battute nella parola del parlante nativo:
per esempio: – quella volta mi ha detto:” Allora io non ti abbraccio più se tu non porti un buon voto!”